Nadia, il coraggio di cambiare

Questa è la storia di Nadia. Una donna ferita, tradita, illusa da un uomo che sembrava il principe azzurro per poi rivelarsi un poco di buono. Si è sfogata con me, dandomi il permesso di raccontare la sua storia. Ovviamente non rivelerò il cognome e la provenienza. La chiamerò sempre Nadia. E anche questo è un nome di fantasia. Ciò che le è accaduto, invece, è vero.

Nadia è una brillante studentessa universitaria all’ultimo anno. Sta per laurearsi e progetta il suo futuro. In una festa organizzata da alcuni colleghi conosce un ragazzo capitato lì per caso. Lavora, è più grande, l’università non sa neanche cosa sia. Quella maledetta sera decide, con un suo amico, di fermarsi proprio nel locale dove Nadia sta brindando con le amiche e gli amici.

Per lui è colpo di fulmine (almeno così mi ha rivelato Nadia), per lei un po’ meno. Le è simpatico, apprezza la sua gentilezza e il fatto che si sia presentato, senza carpire di nascosto il nome per poi cercarla sui social e parlarle via chat. Gli dà una possibilità, lasciando il suo numero di cellulare su un fazzoletto di carta, come a sperare che quel foglietto improvvisato, Marco, lo perdesse dalla tasca. Senza pensarci mai più.

Marco invece lo conserva. E la richiama. Una, due, dieci volte. Nadia a un certo punto risponde. E, dopo qualche gentile rifiuto, alla fine accetta di uscire con lui. Iniziano a frequentarsi. Un mese, due, poi tre, poi ancora un altro. Giorni di passione, di spensieratezza, di quelle piccole follie che si fanno quando si ama con il cuore e non con la testa.

Marco è (ma a questo punto è più giusto dire sembrava) l’uomo perfetto: premuroso, attento, passionale, che non le staccava mai gli occhi di dosso. E poi geloso, attento a ogni suo desiderio e stato d’animo. Chi non lo vorrebbe un uomo così?

Tutte lo vorrebbero. Almeno fino a quando non scoprono che il principe azzurro, in realtà, è un Otello furioso, accecato da un perverso desiderio di possesso. L’amore si mischia e confonde con il controllo, la repressione.

Nadia voleva venire nel mio negozio per cambiare look: aveva pensato di schiarire la tinta e raccogliere i capelli in un modo che valorizzasse il suo viso. Ma Marco non voleva. Marco le diceva che si sarebbe fatta notare troppo e che quindi non era il caso per una ragazza fidanzata. Marco la rimproverava per una scollatura, una gonna corta, una magliettina più colorata e vistosa.

Nadia, all’inizio, era quasi divertita. A volte lo assecondava, a volte si ribellava e faceva quello che voleva lei. Ma sempre con il sorriso sulle labbra e un sentimento d’amore che le cresceva dentro come un figlio.

Una favola a lieto fine, un sogno. Dal quale Nadia si risveglia bruscamente il giorno in cui Marco le mette le mani addosso. Non per fare l’amore, ma per farle del male. Vola uno schiaffo. Forte. Nadia piange, sente dolore, ma lo perdona subito. Il suo principe non può essere un mostro. Sarà stato un caso. Lo perdona e basta. Magari quella gonna era davvero troppo corta e inopportuna, pensa. Non si meritava lo schiaffo, ma una lezione forse sì. Lui ha solo esagerato un po’, ecco tutto, continua a ripetersi.

Dopo qualche giorno, nel bel mezzo di una normale discussione tra due persone che stanno insieme, Marco esagera un’altra volta. Stessa mano, altro lato della faccia. Un po’ di sangue inizia a colare dal naso. Nadia stavolta scappa via. Marco la insegue e la minaccia. Per fortuna di Nadia, però, erano ancora le dieci di sera e c’era tanta gente per strada. Marco rinuncia ai suoi insani propositi e sgomma via con la sua macchina. Nadia, in lacrime, chiama un’amica e si fa venire a prendere.

Lascia Marco quella sera stessa. E il giorno dopo, con una bella maglietta scollata, viene da me. Dopo ore di attesa e un lungo lavoro, esce dal mio salone con la sua nuova capigliatura raccolta. Ma stava benissimo anche prima. Io ho solo dato vita a un suo piccolo desiderio.

 

 

 

by perillo

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